Alice ancora non lo sa by Carlotta Fruttero

autore:Carlotta Fruttero [Fruttero, Carlotta]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788835735793
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-06-24T12:00:00+00:00

I figli. Croce e delizia. Nessuno ti dice che ti cambieranno per sempre, nessuno ti spiega che perderai quel senso di spensieratezza irresponsabile, di libertà autentica, che quel vincolo di sangue e carne condizionerà le tue ore, i tuoi giorni, mesi, anni fino alla fine della tua vita.

Cosa sognavo quando immaginavo di mettere al mondo i miei bambini? Ovviamente la famiglia del Mulino Bianco. Pargoli sorridenti e bellissimi che correvano tra campi e prati mentre genitori estasiati li seguivano mano nella mano, fieri del loro prodotto. Non consideravo la dura realtà, non pensavo alle notti insonni, ai nuovi estenuanti ritmi quotidiani scanditi dalle necessità imprescindibili delle creature, non intravedevo ostacoli e difficoltà. Nella mia disarmante e ostinata ingenuità credevo nel quadretto della famiglia perfetta, dei figli perfetti che non piangono quasi mai, che mangiano, dormono, ridono e crescono in perfetta armonia in un contesto perfetto.

Mi sono svegliata quando è nato Luca, dopo il parto rocambolesco e un post-parto parecchio complicato. La ferita, peraltro contenuta, si rimarginava lentamente, i punti tiravano, le aderenze mi impedivano movimenti banali come piegarmi, tossire e persino ridere. L’umore era a dir poco altalenante, ansia, senso di inadeguatezza, terrore di sbagliare, ma anche gioia, tenerezza profonda quando cullavo quello scricciolo tra le braccia o restavo ore a guardarlo dormire, inebriata dal suo profumo di latte e Mustela, dalle sue minuscole mani, dai suoi incomprensibili balbettii. A volte scoppiavo in singhiozzi disperati senza motivo: depressione post-parto, ecco cos’era, ma nessuno mi aveva avvertita.

Luca era bellissimo, i suoi occhi scuri e intensi mi seguivano ovunque e io gli parlavo incessantemente, convinta che capisse tutto. Una simbiosi viscerale che mi incatenava a lui. Era il mio centro, il mio scopo, il resto passava in secondo piano, quasi non esisteva. Quando Giacomo tornava a casa la sera gli raccontavo ogni progresso del bambino, giustificando il frigo semideserto, i fornelli spenti, con l’impegno richiesto dal mio nuovo ruolo di madre: «Luca non ha digerito, ha mangiato poco, l’ho portato a fare una passeggiata, gli ho fatto il bagnetto, l’ho addormentato». Tutto girava intorno a lui. E Giacomo si rassegnava senza lamentarsi. Per quattro mesi smettemmo di uscire, di andare al cinema, in pizzeria, cancellammo i weekend al mare, troppo complicato trovare baby sitter affidabili e troppo impegnativo lasciarlo ai parenti. Un paio di volte provammo a portarlo a cena da amici, un disastro. Ci rassegnammo ad aspettare che crescesse un po’.

Quando ricominciai a lavorare chiesi il part-time e tutte le mattine affidavo Luca alle abili ed esperte mani di Porzia, quarantenne pugliese che già si occupava della casa tre volte a settimana e che con gioia accettò il nuovo incarico. Non solo si prendeva cura del bambino in maniera impeccabile, ma faceva la spesa e cucinava.

Le cose miglioravano, il mio umore si stabilizzava, Luca diventava via via sempre più gestibile e i ritmi meno impegnativi. Ma le priorità erano inevitabilmente mutate e se io ero riuscita a trovare una sorta di equilibrio nell’affrontare il cambiamento radicale e mi sentivo addosso il ruolo di madre, Giacomo stentava a adattarsi.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.